mercoledì 6 gennaio 2010

Attaccarsi al tram

L'espressione trova la sua origine nella possibilità per i passeggeri dei più lenti tram del passato di viaggiare, in ogni caso più scomodamente, restando aggrappati alle strutture esterne, specialmente avendolo "preso al volo", giunti che già partiva o in un passaggio a bassa velocità del mezzo (al tempo operazione consentita): va intesa come la risposta spregiativa di chi invece un posto regolare era riuscito a raggiungerlo ("E io? / C'è posto anche per me?" "E tu ti attacchi / Adesso ti attacchi").
Oggi l'espressione è utilizzata in senso figurato per indicare la situazione di chi si vede costretto a rinunciare a un obiettivo, per non aver raggiunto le condizioni necessarie ad ottenerlo (per esempio, chi è arrivato fuori tempo massimo ad un impegno e vi deve rinunciare o perde il proprio turno o ne viene escluso). Equivale a "scordarselo" / "ormai poterselo dimenticare" ecc.

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