Fin da piccolo in casa mia si è sempre ascoltata musica. Mio
padre amava ascoltare le cassette ed i vinili sullo stereo grande di casa in
salotto ed ho ascoltato Pooh, Mina, Fred Bongusto, Giorgio Gaber, Fabrizio De
Andrè, Donatella Moretti, la Schola Cantorum della RCA, la Selezione da Caino e
Abele, Jesus Christ Superstar… insomma davvero un po’ di tutto.
Ogni tanto guardavo tra le cassette di mio padre e leggevo
dei nomi che non capivo, alcuni anche ostici da pronunciare per un ragazzino
che frequentava le medie: “Ma come caspita si legge questo? Kraftwerk? Ma chi
cacchio sono? E questi… Genesis? Ma chi diamine sono? E come si leggerà questo
Cob… Cobham? BAH!”
Il mio primo amore musicale è stato Edoardo Bennato:
prendevo il 137 o il 33 per andare da Castellino, un negozio di dischi e giochi
per pc a via Secondigliano, e compravo le musicassette dei suoi album. Le ho
tutte, compreso anche qualche vinile. Mi mettevo in camera, premevo play e
scrivevo i testi delle canzoni per impararle meglio e memorizzarle. Inutile dire
che sono state le prime canzoni che ho suonato sulla chitarra anche grazie alla
passione comune con la mia amica Marina, la prima persona che mi ha insegnato
come imbracciare una acustica e strimpellare i primi barrè.
Tutto cambiò un giorno di estate del 1994.
Ascoltavo in sottofondo MTV (quando ancora era ascoltabile)
e le mie orecchie furono colpite da un giro di basso pazzesco che mi prese
all’istante. Vedevo quasi allucinato questo video di questi pazzi su un divano
semidistrutto che si dimenavano come dei folli e ne rimasi folgorato. Presi
nota del nome del gruppo e del disco ed andai subito a comprarlo. E con subito
intendo subito. Dopo un’ora avevo per le mani la musicassetta di “Dookie” dei
Green Day, cassetta che ancora conservo gelosamente e che ancora oggi ascolto
ogni tanto.
Poco dopo, alle superiori, l’incontro folgorante con Gaetano
e Lello, i miei due inseparabili compagni delle superiori. Noi tre i Cavalieri
dell’Ave Maria, noi tre sempre insieme, noi tre a suonare in casa di Lello, io
la chitarra, Lello la batteria, Gaetano il basso, noi tre e le prime
registrazioni (che conservo tuttora), noi tre i Sounds Never Seen, noi tre così
diversi musicalmente, con Lello amante della musica classica, Gaetano del metal
ed io del rock e dell’elettronica, noi tre così uniti fino a che la vita non ci
ha messo lo zampino e ci ha spedito a centinaia di chilometri di distanza. Ma
che tempi quelli, ragazzi.
Dopo di allora venne il gioco di ruolo, Dragons’ Lair e la
conoscenza di Riccardo, che oltre ad insegnarmi a giocare di ruolo è stato per
molti versi un fratello maggiore e che mi ha fatto conoscere i Depeche Mode.
Prendevo la mia Panda, andavo all’Auchan, entravo nello store musicale di Trony
ed ogni mese compravo almeno tre cd in offerta. Da allora ho tutta la loro
discografia, ed anche lì ho imparato tutte le canzoni a memoria. Forse i DM
sono stati un po’ pesanti per un ragazzino di 18-19 anni, ma non rimpiango
niente di quei tempi.
Da allora ne è passata tantissima di musica in queste
orecchie, di tutti i tipi e di tutti i modi, c’è stata l’esperienza a Sarabanda
e c’è al momento la mia collaborazione con MelodicaMente ed in tutti questi
anni la mia apertura mentale musicale mi ha permesso di vivere moltissime
bellissime esperienze, di cui serbo fantastici ricordi, MA se devo focalizzare
tre momenti precisi, direi che i momenti più belli sono stati il concerto degli
Estra del 1998 con Gaetano dove ci fermammo a mangiare un panino con Giulio
Casale, il concerto dei Massive Attack all’Arena Flegrea con il mio amico e
compagno delle superiori Sergio Santoro (IMHO best live stage EVAH!) ed il
primo concerto dei Depeche Mode lo scorso Novembre, dove mi sono trovato a
piangere da solo sul parco del San Siro per un sogno di un bambino che
diventava realtà.
And the
beat goes on…
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